Capacità di osservazione, ragionamento logico, conoscenza. Difficile non riconoscere il ruolo essenziale rivestito da tali qualità, proprie dell’attività di detection, anche in quella di rilevamento architettonico, soprattutto se l’obiettivo è sciogliere enigmi piuttosto che lumeggiare opacità. I tre “casi” presentati, infatti, muovono da altrettanti elementi indiziari: una finestra ruderizzata nel giardino di Pieve del Vescovo, un giudizio critico negativo nel colonnato di piazza San Pietro, un pallido disegno esecutivo nella chiesa della Madonna del Prato. Approdando a risultati sorprendenti, che aggiungono accezioni inedite alle figure di tre grandi protagonisti della storia dell’architettura post-rinascimentale, quali la vena pittoresca di Galeazzo Alessi, la licenziosità sintattica di Gian Lorenzo Bernini e il revisionismo critico di Francesco Borromini.