La mostra, curata da Orsina Simona Pierini e Alessandro Isastia, già autori del volume Case Milanesi 1923-1973 (Ulrico Hoepli Editore) e promossa dal FAI-Fondo Ambiente Italiano, è un’occasione per scoprire una selezione delle più significative Case Milanesi della modernità.
Partendo dalle trasformazioni di Milano, il primo luogo dove la modernità si realizza in Italia in continuità con la tradizione, l’esposizione è arricchita, con la consulenza di Alberto Saibene, da testimonianze del contesto culturale, letterario, artistico e cinematografico che hanno dialogato con le architetture e con i brani di città che hanno cambiato il volto di Milano tra gli anni Venti e gli anni Settanta, affermando l’epoca d’oro della civiltà borghese. Questa ricerca di rappresentatività è resa esplicita da un’installazione scenografica nella galleria degli armadi, a cura di Alessandro Isastia.
Gli approfondimenti sugli interni consentono di “guardare dentro e da vicino” le residenze, mentre nel vestibolo che porta allo spazio espositivo del sottotetto, una grande mappa di Milano, estesa sul pavimento e su cui è possibile camminare, permette ai visitatori di identificare le case nella topografia della città e di “spostarsi” da una casa all’altra disegnando itinerari e percorsi virtuali. Una sezione è inoltre dedicata agli architetti che hanno progettato le case: Piero Portaluppi, Giovanni Muzio, Luigi Caccia Dominioni, Vico Magistretti, Aldo Andreani, Gio Ponti, Ignazio Gardella, Figini e Pollini, solo per fare alcuni esempi.
In ultimo il cuore della mostra: la lunga parete dove sono presentate le 23 case scelte. I tanti diversi prospetti che hanno costituito la nuova immagine della città saranno affiancati l’uno all’altro alla stessa scala. Di fronte a questa grande parete espositiva, la descrizione fotografica delle case, le loro piante e i loro materiali, che permetteranno al visitatore di “toccare con mano” la pelle degli edifici. L’allestimento della mostra è stato curato dallo studio Giussaniarch e Studio FM ha disegnato la grafica.
Il testo sopra è tratto dal comunicato stampa disponibile sul sito web del FAI.